Journey in Hong Kong
Journey in Hong Kong
Hong Kong è un’ex-colonia britannica e regione amministrativa speciale della Cina dal 1997. È formata dall’isola di Hong Kong, dalla penisola di Kowloon e dai New Territories.
In base al principio “una Cina, due sistemi”, è regolamentata dalla legge fondamentale di Hong Kong che la rende autonoma economicamente ed ha un sistema politico differente dalla Cina continentale.
Non mi dilungherò sulla sua storia perché è molto antica, sembra infatti che alcune tracce risalgano al paleolitico. Passò dalla prima dinastia cinese Qin nel 214 a.c, fino a quella dei Ming. Successivamente nel 1841 divenne colonia britannica con il trattato di Nanchino, dopo la sconfitta della dinastia Qing nella prima guerra dell’oppio.
Hong Kong è una metropoli sviluppata in verticale per mancanza di spazi, perché ha otto milioni di abitanti.
È uno dei centri finanziari più importanti al mondo. I cittadini vantano uno dei redditi pro capite tra i più alti che esistano. Nonostante l’elevato numero di miliardari, però il costo della vita non è basso.
La disuguaglianza economica, con la disparità del reddito è la più elevata dell’Asia, anche se il governo informa che la povertà non è in aumento.
Uno dei problemi più grandi è l’elevato costo del settore immobiliare, con affitti e valutazioni al mq alle stelle.
Il sistema dei trasporti pubblici è uno dei più avanzati ed efficienti del pianeta, solo la metropolitana, ricca di negozi in molte stazioni, è presa da 4 milioni di persone al giorno.
Hong Kong è una metropoli con una verve effervescente ed un allure incredibile, si va di corsa, sempre. È attiva, efficiente e rumorosa. Il suono martellante e ripetuto dei semafori, ti entra nella testa.
Ricca di contrasti, tra tradizione ed innovazione, vecchio e nuovo, ricchezza e povertà. Si passa dai quartieri superlusso come Central o Kowloon con centri commerciali bellissimi, dove ho visto lunghe code per fare shopping nei negozi di alta moda, ai quartieri con templi antichi e mercati notturni.
Poi ci sono distretti come Quarry Bay che ti arrivano diretti al cuore, dove tra i grattacieli c’è un complesso di cinque edifici interconnessi di circa sedici piani, noti come Monster Buildings.
Costruiti negli anni sessanta dal governo per i cittadini a basso reddito. Il concetto architettonico è quello degli alveari, sono piccoli e abitati da più persone in pochissimo spazio.
Nel porto profumato(significato di Hong Kong), si respira una certa nostalgia del colonialismo britannico, perché esiste un anticolonialismo Cinese e tra i due i cittadini preferivano quello Inglese, perché li portava verso una democratizzazione
vissuta come un sogno infranto.
Quando morì la Regina Elisabetta, i cittadini in lutto riempirono le strade di fiori e foto della Regina.
Le strade e la segnaletica sono ancora in Inglese e nel quartiere Central, si può prendere il Peak Tram, la funicolare ora rinnovata, che costruirono nel 1888 gli Inglesi, per raggiungere i 552 metri di altezza a Victoria Peak, dove sorgono le residenze private più belle e costose, con la più bella vista di Hong Kong.
Nel terminal del Peak Tram che per prenderlo si devono fare lunghe file ogni giorno, c’è un’esposizione dei primi vagoni in legno di epoca Vittoriana, con le parti meccaniche, elettriche e documenti video.
Nel 2014 iniziarono delle proteste, tra cui la “rivoluzione degli ombrelli” con cui si chiedeva di ottenere il suffragio universale per avere elezioni democratiche.
Le proteste sono durate anche in seguito, fino al 2019 aumentando così le fazioni anti-establishment cinese che si erano create.
A marzo 2024 a Hong Kong è stata approvata un’ordinanza sulla sicurezza nazionale con l’articolo 23 della Basic Law, che aumenta i poteri della polizia, vietando anche le attività politiche nel territorio.
Emendamento che sembra stia incrementando ulteriormente il forte clima di tensioni interne che dura da ormai dieci anni.
In conclusione, ad Hong Kong sono di etnia cinese ma non gli piace essere chiamati così.
In una settimana ho girato e fotografato molto, fino a stremarmi. Sinceramente ho sofferto anche un po’ per aver documentato in chiave più realistica e meno concettuale/surreale, come faccio solitamente.
Two artwork of this project is currently on sale on Saatchi Art